Quando il poliziotto diventa startupper. La storia di KeyCrime

di Chiara Scovacricchi
Contributor di startupmagazine.it
Mario Venturi, assistente capo della questura di Milano, 14 anni fa ha inventato il programma KeyCrime, un esempio di fusione ben riuscita tra informatica e investigazione che ha permesso di abbattere in modo importante il numero di rapine in città. KeyCrime è un sistema avanzato il cui algoritmo ruota intorno al concetto di serialità criminale, sì perché ogni rapina ha una sorta di marchio di fabbrica, ovvero di ripetersi di modalità/orari/errori.

La capacità di calcolo della startup può elaborare fino a 11 mila variabili per ogni reato dando concretezza alla teoria di predictive policing (previsione di dove accadranno i futuri reati).

Così oggi Mario ha deciso di fare di questa sua geniale intuizione un lavoro, lascia il primo piano di via Fatebenefratelli a Milano, abbandona volanti, vetri e neon, e diventa imprenditore.

“Lasciando la Polizia lascio una famiglia” dichiara il poliziotto in un recente post su Facebook, perché da qualche giorno è “soltanto” l’Amministratore Delegato della società che sta sviluppando il KeyCrime e che lo lancerà sul mercato.

Questo sistema utile e smart, negli ultimi, è stato adocchiato da università inglesi e americane e non solo. I grandi media internazionali (da Bloomberg a Hbo) sono arrivati in Italia per vederlo in funzione e si è addirittura palesato un fondo di investimenti pronto a immettere capitali per costruire un’impresa intorno al suo sviluppo. “KeyCrime è di proprietà del suo inventore” -spiega Venturi- “e la questura di Milano l’ha avuto e sempre lo avrà in “comodato d’uso”.

Così continuerà ad essere anche con l’aggiornamento e le nuove versioni. “Perché la questura è la mia famiglia” conclude.